ADESEMPIOPARTIRE

Risposta singola a domande multiple

Il freddo del 15 gennaio 2016, me lo ricordo ancora.
La paura del 15 gennaio 2016, anche.

Partivo, quel giorno, per il mio giro del mondo in solitaria. Sarebbe durato un anno e avrei viaggiato sempre da ovest a est. Avevo un volo Milano-Cancun. Dal Messico, poi, mi sono spostata  in Guatemala. Da lì con un autobus ho attraversato Honduras e El Salvador in direzione Costa Rica. Poi è stata la volta di Panama, e con un piccolo volo, su un piccolo aereo –  l’unico preso in quella parte di mondo, nella quale ogni spostamento era rigorosamente via terra – ho lasciato il Centro America, verso il Sud America. Colombia, Ecuador, Perù. A Buenos Aires col cuore gonfio e innamorato dalla bellezza di ciò che avevo vissuto e delle persone che avevo incontrato, ma col corpo stremato dalla fatica di quei mesi, nei quali ho dovuto affrontare diverse peripezie – in primis, la malattia – ho cambiato continente. È stata la volta della Nuova Zelanda. Da lì mi sono mossa verso il Sud Est Asiatico e hanno seguito, Singapore, Indonesia, Malesia, Thailandia e Myanmar. In dicembre sono tornata a casa.

Avevo pensato, in quell’anno, di scattarmi una foto al giorno. Volevo vedere come sarei cambiata nel corso di quell’avventura. Volevo capire cosa avrei saputo riconoscere di me, cosa avrei tenuto e cosa invece sarebbe andato perso. Speravo che le immagini parlassero. Che i lineamenti del volto, gli occhi, i capelli raccontassero quella storia. E in effetti, quando le riguardo, ancora oggi, mi sembra che sia così.

Quello che è accaduto durante quel viaggio lo puoi trovare qui:

Il Giro del mondo

Una parte di questi racconti – fino alla Nuova Zelanda –  sono stati scritti mentre viaggiavo. La parte del Sud Est Asiatico è stata scritta, invece, una volta tornata a casa. Avevo bisogno di prendermi più tempo. E di rielaborare, grazie a quel tempo, la straordinarietà di quanto avevo vissuto . È stata la scelta giusta.

I macro capitoli, in cui è suddiviso, altro non sono che i Paesi attraversati col mio andare.

E quello che è accaduto prima, nei mesi che lo hanno anticipato,
in quei giorni di fermento, in cui mi preparavo a questo salto nel vuoto lo trovi qui:

La Pre-Partenza

Ho iniziato a scrivere questo blog, nei mesi che hanno anticipato la mia partenza. Sono particolarmente legata a questi racconti, perché c’è dentro la paura, l’aspettativa, la trepidazione, la saggezza e l’incoscienza. Ovvero, tutto ciò che ogni avventura che si rispetti chiede in pegno. E poi c’è anche la fiducia verso un mondo, al quale, a braccia aperte, mi consegnavo.

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